Il film sul lockdown di Brescia ora è su Amazon Prime Video

Da reportage a documento storico, il film «2 mesi Brescia 2020» è ora disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, sottotitolato in inglese e spagnolo. Un’acquisizione significativa, che proietta la nostra storia locale all’attenzione internazionale. 

I venti intensi minuti, realizzati da Alessandro Milini e Nicola Lucini per AlbatrosFilm, raccontano la tenace reazione della città durante il lockdown, tra voci istituzionali e storie di cittadini e aziende che hanno ideato modi per resistere all’emergenza Covid-19. 

Due mesi indimenticabili, appena trascorsi, che tuttavia è bene cominciare a ricordare fin da subito nei dettagli, per ripartire con responsabilità. Il film li aveva già cristallizzati in immagini all’inizio di maggio, mettendole poi a disposizione gratuitamente su web. Decine di migliaia gli spettatori coinvolti fin da subito, in un rito di catarsi collettiva.

«È un film “sul passato prossimo” – dichiaravano i registi al Giornale di Brescia – e la nostra sfida è stata girarlo, in sicurezza, nel pieno dell’uragano Covid-19, e poi montarlo in tempo per uscire adesso nel momento esatto che tutti percepiamo come l’inizio del ritorno alla normalità. Riteniamo che riappropriarsi della “vita di tutti i giorni” sia un obiettivo che deve essere perseguito con tutte le cautele necessarie per contenere una nuova ondata di diffusione del virus. Il nostro modo per affermarlo è consegnare alla cittadinanza una memoria collettiva del dramma vissuto e delle tante forme di reazione dei bresciani. È un omaggio alle vittime di questa catastrofe e a tutti i lavoratori, in primis il personale sanitario, che si sono spesi in prima linea per contrastare l’epidemia. Un film che sentivamo di dover fare e grazie al supporto della Film Commission del Comune abbiamo potuto girare in sicurezza».

«Speriamo che, oggi, il documentario diventi stimolo per non abbassare la guardia» commentano in questi giorni d’autunno gli autori, in occasione dello sbarco su Amazon, mentre il ritmo dei contagi ha ripreso a salire in modo preoccupante.

«2 mesi Brescia 2020» si apre con suggestive riprese dall’alto della città vuota, stranianti perché il sole illumina le strade: lingue d’asfalto che si intrecciano come muscoli immobili su una tavola anatomica. Ecco irrompere suoni insistenti di sirene d’ambulanza, che mettono i brividi associati al vuoto metafisico delle piazze. Svanito il brulicare della gente, sembrano ospitare architetture dipinte da Giorgio de Chirico. A restituire umanità, nella desolazione, arrivano i racconti del fotoreporter Filippo Venezia, uomo nell’occhio del ciclone, che ha fotografato tutti i più delicati passaggi del dramma. Dall’allestimento dei tendoni del checkpoint sanitario all’esterno degli Spedali Civili ai funerali celebrati in sicurezza, con pochi parenti stretti intorno al feretro e la diretta video per i congiunti. La commozione lascia spazio alle voci istituzionali del sindaco Emilio Del Bono e del vicesindaco Laura Castelletti, che descrivono Brescia come una città ferita nel profondo, tuttavia in grado di reagire.

Il film prosegue sulle note di «Angelo» di Francesco Renga con immagini dei volti di tanti cittadini operosi e della suggestiva Via crucis del vescovo nelle strade vuote del centro storico, lasciando poi spazio al racconto delle iniziative di solidarietà. Dalla voce di Ambra Angiolini emerge una vera e propria dichiarazione d’amore alla città ed è poi il momento di rendere conto delle due grandi raccolte fondi, AiutiAMOBrescia e SOStieniBrescia

È poi il momento di una carrellata sugli artisti e le iniziative culturali nate su web per intrattenere e sensibilizzare, tra le quali sono stato annoverato per rendere conto dell’avventura del mio blog My Lovely SuperHero, dove ho raccontato la vita di una famiglia (la mia) composta da 3 bambine, una mamma medico di Rianimazione scaraventata nel vortice dell’emergenza Covid e un padre (il sottoscritto) che si ritrova a dover rassicurare le figlie e decide di usare il cinema come mappa per orientarsi durante l’uragano. Le sequenze di film diventano così “modelli” per spiegare la tempeste della vita.

E poi arrivano le storie imprenditoriali e d’impegno sociale. C’è quella dell’Associazione Orgoglio Brescia: un gruppo di industriali – tra i quali Francesco Buffoli (Buffoli Transfer), Flavio Ventura (Conf Industries), Marco Ruocco e Alessandro Romaioli (Isinnova) – pronti a convertire i propri cicli produttivi per mettersi al servizio delle strutture sanitarie, ideando termoscanner, unità medicali di terapia intensiva modulari e la ormai famosa valvola Charlotte per adattare le maschere Decathlon all’utilizzo in terapia subintensiva. Spazio anche a Valentina Steinmann, di Culla di Teby, una giovane imprenditrice che ha convertito la linea di produzione artigianale di pannolini di tessuto per realizzare mascherine lavabili e alla dottoressa Antonella Bertolotti, Neuropsichiatra, Presidente di IntermedOnlus, per raccontare l’esperienza acquisita in Africa per il contenimento di Ebola messa al servizio dei pazienti Covid-19. La chiusura, carica di speranza, è affidata al coro dell’Associazione Musicale All’Unisono di Lumezzane.