LICORICE PIZZA – Inseguire l’amore, tra vinili e star di Hollywood

Specchiarsi e rincorrersi, mentre il vortice della vita gira come una «pizza di liquirizia». Licorice pizza è, infatti, il curioso nome in gergo dato al disco in vinile, ripreso da Paul Thomas Anderson come titolo per il suo ultimo incantevole film (qui in streaming), con l’intento di omaggiare una catena di negozi musicali californiana dei primi anni Settanta.

È proprio lì, precisamente nei dintorni di Hollywood, che va in scena l’infinito cercarsi e sfuggirsi a vicenda di due giovani innocenti, quasi giocassero a nascondino nel backstage del regno dei sogni, pronti a salvarsi reciprocamente di continuo dallo scivolare nell’incubo della perdita di quella purezza grezza che il mondo degli adulti sembra voler soffocare.

Ammalia tutti, la coppia apparentemente impossibile – lui quindicenne e lei venticinquenne – formata da Gary e Alana. A idearne la levità eterea, in sceneggiatura, è stato lo stesso regista, che firma il suo lungometraggio più intimo, ma al contempo di respiro universale, non fosse altro che per la carrellata di star, di citazioni più o meno esplicite e di canzoni memorabili allineate nella colonna sonora a cura di Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead.

Irruzioni ad effetto di Sean Penn, Tom Waits e Bradley Cooper – tutti in ruoli dirompenti – non scalfiscono l’equilibrio dei due protagonisti esordienti Cooper Hoffman (fisicità e sguardo nitido del suo compianto padre Philip Seymour) e Alana Haim (già nota popstar della band Haim, accanto alle sorelle Este e Danielle, presenti anche nel film). 

Tra omaggi al cinema e ricostruzione di un’epoca esaltante – quanto di crisi, in particolare petrolifera – l’amore diventa l’unico carburante per imparare a credere in se stessi e sorridere davanti al cartello «Benzina finita, noleggia una bici».

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SPUNTI DI DIBATTITO

. L’intraprendenza dell’adolescente Gary è notevole. Sarà stata favorita dall’epoca d’ambientazione del film? O anche oggi a quindici anni si può essere così spigliati, indipendenti e, in qualche modo, responsabili?

. La crisi petrolifera del 1973: sono passati 50 anni, oggi si parla di eliminare i combustibili fossili, ma la strada pare ancora lunga. Perché?

La prospettiva ambientalista è di certo più presente nelle coscienze, ma anche i recenti rincari della benzina fanno discutere, creando disagi e malcontento… Alimenteranno il dibattito verso una transizione green?