TRIANGLE OF SADNESS – Una crociera iniziatica

Premiato con la Palma d’Oro a Cannes, il nuovo film di Ruben Östlund, brillante cantore svedese del cinismo contemporaneo, è un’autopsia del corpo sociale odierno, agonizzante dopo la caduta delle grandi ideologie e avvelenato dall’edonismo.

In scena prende forma il viaggio iniziatico, in tre atti, di una giovane coppia di modelli, diretti verso una profonda presa di coscienza dei propri schemi comportamentali. Si tratta di riti esistenziali spontanei, che potrebbero tuttavia non valere più in un cambio di paradigma. Ad esempio se i due – abituati alle passerelle glamour – venissero catapultati verso un destino da naufraghi, incapaci di sopravvivere su un’isola deserta. 

Ruben Östlund (al centro) con il cast, photocall di Cannes 2022

Gli affascinanti Carl e Yaya (l’attrice Charlbi Dean Kriek, purtroppo scomparsa di recente a soli 32 anni), sono presentati come volti e corpi di successo nel mondo della moda, evidenziando l’insofferenza maschile verso la disparità di compensi.

Il ragazzo riflette sulla parità di genere, trascinato in un flusso di pensieri roboante come l’«Ulisse» di Joyce, che legge quando s’imbarca con la compagna per godersi una crociera extra lusso, offerta loro grazie all’attività da influencer di Yaya. Il mare si rivelerà un’esperienza seminale per decodificare il mondo, tra milionari annoiati e personale nautico rampante, con l’eccezione del disilluso comandante incarnato dal sornione Woody Harrelson.

Troppo semplicistico alludere al Titanic come basilare metafora del naufragio dell’opulenza: tra pugni nello stomaco e carezze per l’ego, ciò che emerge è una visione tonificante per lo spirito critico.

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