ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO – L’animazione che rianima la Memoria

Amsterdam, oggi. Ambientato nella contemporaneità, il film si concentra su una protagonista “inattesa”: Kitty, l’amica immaginaria di Anna Frank, alla quale l’adolescente ebrea dedicò il suo celeberrimo diario (qui il trailer).

La giovane Kitty si risveglia dopo decenni, nella loro casa in Olanda e si mette subito in viaggio alla ricerca della sua cara amica Anna.
Kitty è convinta che la giovane sia ancora viva, così viaggia per l’Europa nella speranza di trovarla. Rimarrà stupita, addirittura sconvolta, di fronte al mondo di oggi, ancora attraversato dai
fantasmi dell’intolleranza e del razzismo. E così, si ritroverà faccia a faccia con qualcosa di delicato e prezioso: l’eredità di Anna, da custodire.

Tutta la carica umana del messaggio di Anna Frank, dunque, riecheggia dirompente, abbracciando i temi sociali della contemporaneità. A farsi testimone di una staffetta emotiva – dal dramma della Shoah alle ferite aperte dell’attualità – è stavolta Kitty, che prende forma e vita dalle pagine scritte nel nascondiglio di Amsterdam, mentre Anna si rifugiava dai rastrellamenti nazisti insieme alla sua famiglia.

Nel coinvolgente film di animazione di Ari Folman (già regista del capolavoro «Valzer con Bashir»), Kitty prende vita dall’inchiostro e si fa protagonista di un gioco di rimandi alternato, tra passato e presente, utile a catturare l’attenzione di chi, oggi, è coetaneo dell’autrice. La giovane trafuga il diario originale dalla casa-museo di Anna, con l’intento di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica verso il nitido messaggio di fratellanza espresso nel testo, che trasformatosi in oggetto di culto rischia di essere celebrato fermandosi in superficie, senza leggerne davvero l’auspicio d’un futuro più civile, libero dalla morsa soffocante dei totalitarismi, rappresentata in modo efficace nei tratti estetici delle truppe naziste, angoscianti quanto gli eserciti disegnati da Gerald Scarfe per «Pink Floyd – The Wall» di Alan Parker. 

«Sembra che tutti sappiano chi è Anna, ma nessuno cosa le è successo. Non ha scritto il diario per ladorazione, ma per tramandare un messaggio», questo è l’urlo provocatorio di Kitty, che cerca rivalsa, mentre la voce di Anna Frank risuona come una nitida invocazione di giustizia per i rifugiati di tutto il mondo, in particolare nelle scene conclusive. 

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SPUNTI DI DIBATTITO

  • Kitty contesta lo spettacolo buonista: sottolinea “è INCREDIBILE che, nonostante tutto ciò che ho vissuto, nel profondo del cuore io creda ancora che gli esseri umani siano buoni”. 
  • Peter, quello contemporaneo, afferma: “ora il piano cambia” e porta Kitty dai rifugiati. Apparentemente il piano di Kitty era controllare come veniva ri-raccontata la storia di Anna, come la MEMORIA veniva tramandata… Era preoccupata che si perdessero i dettagli, lo possiamo notare nel suo “perché non mi hai detto che Anna è morta? E come?”. Si trasforma una battaglia nel presente, in nome di chi viene ghettizzato.
  • Come finisce? Che fine fa il diario? (Kitty lo consegna alla bimba Ava è un passaggio di testimone!
  • È un film storico che osa sperimentare, ma ci sono 2 piani temporali, passato e presente: rifletti sulla scelta.
  • Prova ad approfondire, tramite i dettagli del film, la gestione della convivenza delle 2 famiglie nel nascondiglio.
  • Ripensa a questa frase di papà Otto Frank: “L’immaginazione giova più della medicina“.
  • Rifletti sulla funzione narrativa dei 2 diversi Peter (c’è il coinquilino di Anna, che guarda il mondo dalla sua finestra-cinema e ladruncolo nuovo amico di Kitty, immaginato).
  • Il cinema è proposto come strumento di salvezza: alla domanda “Cosa ci vedi in tutti quegli attori?”, Anna risponde: “Ci vedo speranza!”
  • Anna è rivoluzionaria (contesta mamma e papà, mette in discussione il loro amore e ogni matrimonio). Prova a rilevare questo suo approccio alla vita rivedendo il film e rileggendo il Diario.
  • Pensa alla scena dove emerge la gelosia della sorella: Anna reagisce e non si preoccupa d’essere perfetta (ma a un certo punto ha paura della consapevolezza del dramma). Rifletti sulla crescita emotiva di Anna, ricordando che era solo un’adolescente ai tempi del Diario (e che purtroppo la sua vita le verrà strappata).
  • Osserva l’estetica con cui sono rappresentati i nazisti. Esprime un senso omologazione (che ricorda, come suggerito nella scheda qui sopra, le animazioni di Gerald Scarfe realizzate per Pink Floyd – The Wall). Rifletti anche sulle maschere, sul nascondere volti ed espressioni. Metti questa scelta estetica in relazione con i concetti espressi da Hannah Arendt ne La banalità del male.
  • Contestualizza la funzione del miti greci, citati da Anna. Individua le scene nelle quali emergono in modo esplicito (e si intrecciano con le effigi dei divi di Hollywood: commenta il parallelismo tra questi immaginari ed epoche apparentemente così lontane).